Salutepiù24 - Notizie su Salute e Medicina
Sclerosi Multipla, diagnosi possibile con la risonanza a 3Tesla

Sclerosi Multipla, diagnosi possibile con la risonanza a 3Tesla

PREVENZIONE E STILI DI VITA

In Italia, però, queste apparecchiature sono autorizzate solo per la ricerca

E' possibile individuare le lesioni cerebrali tipiche della sclerosi multipla (SM), distinguendole da quelle simili ma legate ad altre patologie, con una risonanza magnetica (RM) a 3 tesla (3T) invece che a 7 tesla (7T): si tratta di un progresso importante nella diagnosi della sclerosi multipla, malattia autoimmune del sistema nervoso centrale che colpisce 75mila italiani e 2,5 milioni di persone al mondo.

Lo studio britannico, pubblicato sulla rivista Multiple Sclerosis Journal, ha coinvolto 10 soggetti con SM e 10 soggetti non SM ma con lesioni microangiopatiche nella sostanza bianca cerebrale. L'apparecchiatura, utilizzata finora solo per scopi di ricerca, è più potente e permette la discriminazione in modo agevole. Grazie ad alcune sequenze di acquisizione con una RM 3T è stato possibile identificare in tutti i pazienti con SM una vena centrale (lesioni tipiche della malattia) in più del 45% delle lesioni cerebrali, nei pazienti con malattia ischemica dei piccoli vasi era presente una vena centrale in meno delle 45% delle lesioni. Applicando questa analisi ad un secondo gruppo di pazienti, è stato possibile discriminare le lesioni SM e non SM in maniera accurata e rapida, cioè in 2 minuti a soggetto.

Poter distinguere le lesioni cerebrali da SM da altre lesioni cerebrali con la RM è importante per la diagnosi nei casi in cui appaia qualche lesione, ma non ne sia chiara la natura. Ed è fondamentale diagnosticare subito la patologia per cercare di bloccarla il prima possibile. Le immagini RM sono importanti anche per il monitoraggio terapeutico, cioè nella valutazione degli effetti delle terapie.

In Italia, però, l'uso di apparecchiature con un campo magnetico sopra i 2 tesla è autorizzato solo per la ricerca e va fatta domanda di volta in volta al Ministero della Salute. E ciò accade nonostante vi siano oltre 50 apparecchiature 3T installate negli ospedali italiani e vi sia già una RM 7T a Pisa. Nel resto del mondo, invece, le RM 3T sono usate da anni anche per scopi clinici. Le potenzialità di questa ricerca, dunque, rischiano di non poter essere sfruttate in Italia a causa di una burocrazia che non è al passo con la ricerca scientifica.